«In linea con papa Francesco che domenica scorsa con un fil di voce, ma con tanto cuore, ha augurato buona Domenica delle Palme e buona Settimana Santa, anch’io voglio augurare semplicemente: “buona Pasqua!”
Forse senza disperderci in tante parole, basterebbe dirsi questo…
Dirselo con sincerità. Anche se con fatica.
Riflettevo sul fatto che papa Francesco, anche in questa circostanza, ci rappresenta davvero tutti.
Tutti, infatti, abbiamo delle situazioni particolari che ci impediscono di dire “buona Pasqua” a pieni polmoni.
Per tutti c’è ancora qualche strascico di notte che fa fatica a cedere il passo al nuovo giorno.
Tutti abbiamo speranze, ma non tutte sembrano alla nostra portata.
Tutti aspettiamo…a volte senza sapere bene chi o che cosa…guardiamo sempre avanti, ma con la costante paura di trovarci di fronte a un muro invalicabile e senza la possibilità di tornare in dietro.
È un augurio, quello pasquale, che ha tutta la forza di un rimando che apre domande, sollecita la ricerca, mette in cammino e non può essere relegato tra quelli convenzionali e un po’ retorici dai quali, a volte, per buona educazione, non possiamo tirarci indietro.
È un augurio, insomma che, se non ci riguarda direttamente, non può reggere! E che questa data sia segnata in rosso sul calendario, non basta…
Se mancano sussulti di novità, gioia di vivere e, soprattutto, decise spinte a donarsi, la nostra postura sarà sempre quella di chi, smarrito, è ripiegato in sé stesso.
La postura del Risorto, invece, è dritta, luminosa, piena di vita… possibile anche a noi se sapremo come Lui piegarci per lavare e curare i piedi a chi ce li ha sporchi o feriti.
Sarà possibile uscire dalla tomba nel momento in cui toglieremo i massi del rancore, della divisione, del giudizio, del sospetto. Sarà Pasqua anche per noi se ci lasceremo liberare dalle trappole che ci impediscono di vivere in pienezza e se sapremo offrire spazi di libertà anche a chi ci sta vicino.
Scopriremo la nostra vera dignità, solo quando sentiremo fin d’ora di essere amati per sempre e quando avremo la certezza, guardando il Crocefisso, che da questo amore eterno nessuno è escluso. Sarà l’amore di Dio, allora, a dare dignità ad ogni uomo, soprattutto a coloro che sono ancora inchiodati sulle croci dell’ingiustizia.
È Pasqua perché la luce di quella tomba vuota non si è più spenta».
San Severo lì, 16 aprile 2025
santa Bernadette
Direttore Ufficio comunicazioni sociali/Addetto stampa
Dott. Beniamino PASCALE